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KIM HYUN SEO

KIM HYUN SEO

Hyun Seo Kim, nata nel 2010, ha iniziato a suonare il violino all’età di tre anni. Ha studiato con la compianta Nam-Yoon Kim presso il Korea National Institute for the Gifted in Arts, e attualmente è seguita dalla Prof.ssa Ji-Hye Lee alla Korea National University of Arts, dove è stata ammessa all’età di 15 anni come la studentessa più giovane nella storia dell’istituto. Nel 2024 ha ricevuto il Premio Presidenziale della Korea National University of Arts. Nello stesso anno ha vinto il Secondo Premio e il Premio del Pubblico al Concorso Internazionale Viotti. Si è esibita alla Konzerthaus di Berlino, al Kaufman Music Center, al Seoul Arts Center e in molte altre sedi, continuando a crescere come musicista dedita a un’espressione sincera e alla connessione sociale attraverso la musica.

C’è stato un momento o un’esperienza specifica che ti ha fatto capire di voler diventare una musicista?

Ho sempre creduto nel potere della musica di unirci durante l’esecuzione. Quando l’interprete e il pubblico vivono lo stesso momento, respirano lo stesso suono. Ho anche sempre creduto nella mia capacità, in continua crescita, di saper esprimere sempre più in profondità quel potere.

Quando provo, plasmo le emozioni e le condivido sul palcoscenico, mi sento viva, con un senso, e sicura di voler vivere come musicista. Ricevere il Secondo Premio e il Premio del Pubblico al Concorso Viotti 2024 ha rafforzato questa convinzione.

Quando ti esibisci, cosa speri di comunicare o far provare al pubblico?

Spero che le mie esibizioni offrano al pubblico un’occasione per incontrare emozioni sconosciute, ricordi dimenticati o parti di sé che non conoscevano. Per riuscirci, cerco di restare vicina non solo alla musica, ma anche alla vita reale e alle persone reali.

Se dovessi presentarti suonando un solo brano dell’intero repertorio, quale sceglieresti e perché?

Se dovessi scegliere un solo brano per rappresentarmi, sceglierei la Sonata n. 2 per violino di Schumann. Non nasconde né evita le emozioni ansiose e oscure: le affronta fino in fondo e le lascia fluire. Attraverso questo brano voglio mostrare che affrontare onestamente le emozioni dolorose non è una debolezza—è ciò che rende la musica, e noi stessi, veramente umani e profondamente toccanti.