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ZOU MENG

ZOU MENG

Zou Meng è nato in Cina nel 2002 e ha iniziato a suonare il violino all’età di 5 anni. Dal 2014 al 2020 ha studiato presso il Conservatorio di Musica del Sichuan sotto la guida del Professor Li Kaixiang, dove ha debuttato in concerto nel 2013 insieme a Mark Gibson e all’Orchestra Sinfonica del conservatorio.

Ha ottenuto numerosi riconoscimenti in concorsi internazionali e nazionali: 3° premio al Concorso Internazionale di Violino di Hong Kong (2015), 6° premio al National Youth Violin Competition (2015), 6° premio al Chengdu Guangya International Violin Competition (2019), vincitore del Concerto Competition dello Yong Siew Toh Conservatory of Music (2022), 1° premio al Singapore National Piano and Violin Competition (2023), 1° premio al Khachaturian 120th Anniversary International Violin Competition (2023), 3° premio al Classic Violin Olympus International Competition Tokyo (2024), 3° premio all’Alberto Lysy International Violin Competition (2024) ed è stato selezionato come candidato al Concorso Internazionale di Violino Joseph Joachim nel 2024.

Come solista, si è esibito con numerose orchestre prestigiose, tra cui l’Armenian State Symphony Orchestra, l’Orchestra Sinfonica della China National Opera House, la Kunming Nie Er Symphony Orchestra, la Sichuan Philharmonic Orchestra, l’orchestra sinfonica del Conservatorio del Sichuan e quella dello Yong Siew Toh Conservatory. Ha partecipato a masterclass con artisti di fama mondiale come Shlomo Mintz, Midori Goto, Vadim Gluzman e molti altri. Dal 2020 studia presso lo Yong Siew Toh Conservatory of Music sotto la guida della celebre violinista e docente Qian Zhou.

C’è stato un momento o un’esperienza specifica che ti ha fatto capire di voler diventare un musicista?

Non c’è stato un momento preciso, ma una serie di silenziose consapevolezze. Una delle prime fu ascoltare un’esibizione dal vivo di violino da bambino: mi fece sentire che la musica era viva, che poteva parlare senza parole. Crescendo e suonando con maggiore impegno, ho scoperto una libertà e una chiarezza che nient’altro mi dava. Col tempo, ho capito che non si trattava solo di una professione, ma di uno stile di vita.

Cosa speri di comunicare o far provare al pubblico quando ti esibisci?

Voglio creare uno spazio in cui le persone possano sentire qualcosa di autentico: gioia, tristezza, quiete o connessione. Non si tratta di mostrare qualcosa, ma di offrire qualcosa di vero. Spero che il pubblico entri nel mondo del brano e magari scopra qualcosa anche di sé stesso.

Se dovessi presentarti suonando un solo brano dell’intero repertorio, quale sceglieresti e perché?

Sceglierei il Concerto per violino di Sibelius. Racchiude sia la profondità emotiva che l’intensità che cerco nella musica. Ha una bellezza cruda e struggente, profondamente umana. Non è solo una sfida tecnica, ma personale, e riflette il tipo di musicista che cerco di essere: onesto, in ricerca, e pienamente espressivo.