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WONBEEN CHUNG

WONBEEN CHUNG

Wonbeen Chung è nata nel 1997 a Daejeon, in Corea del Sud. Ha conseguito il diploma di laurea a soli 21 anni con la professoressa Mi-kyung Lee presso l’Università della Musica e delle Arti Performative di Monaco di Baviera, in Germania. Ha poi completato il master e gli studi post-laurea con il professor Pierre Amoyal presso l’Università Mozarteum di Salisburgo. Attualmente sta completando il programma di Meisterklasse con il professor Ingolf Turban, sempre all’Università della Musica e delle Arti Performative di Monaco.

Nel 2015 ha debuttato in recital in Corea alla Kumho Arthall come Kumho Young Artist. Ha ottenuto premi in numerosi concorsi nazionali e internazionali, tra cui:

  • 3° Premio e due premi speciali al Concorso Internazionale di Violino Lipiński in Polonia (2024),

  • 2° Premio al Concorso Internazionale di Violino Postacchini in Italia (2019),

  • Premio speciale e titolo di laureata al 14° Concorso Internazionale di Violino Carl Flesch in Ungheria (2023),

  • Laureata al Concorso Internazionale di Violino Henri Marteau in Germania (2017).

Nel biennio 2021-2022, è stata borsista della Yehudi Menuhin Live Music Now Salzburg, e nel 2023 ha ricevuto un finanziamento offerto da Sumi Jo tramite l’Ambasciata della Repubblica di Corea in Austria.

1. C’è stato un momento o un’esperienza specifica che ti ha fatto capire di voler diventare musicista?

Dopo aver iniziato a studiare violino, mia madre mi portava spesso ad ascoltare concerti meravigliosi. Uno dei ricordi più vividi che ho da bambina è stato sentire I Musici eseguire le Quattro Stagioni di Vivaldi in Corea. Ero ancora molto piccola, ma ricordo di essermi sentita profondamente toccata, in un modo che non riuscivo a spiegare. Ascoltare concerti così ha fatto nascere lentamente in me il sogno di diventare una musicista capace di suscitare quelle stesse emozioni negli altri.

2. Quando ti esibisci, cosa speri di comunicare o far provare al pubblico?

Ogni persona reagisce alla musica in modo unico, e io sono sempre aperta a questo. Ma spero che il mio modo di suonare riesca a commuovere il pubblico e a raggiungere i loro cuori. Vorrei che la musica toccasse qualcosa di personale in ognuno, creando un momento in cui siamo tutti connessi, senza bisogno di parole.

Soprattutto in un periodo come questo, in cui il mondo appare così caotico, spero che la mia musica possa offrire un po’ di conforto o guarigione, anche solo per un attimo.

3. Se dovessi presentarti suonando un solo brano di tutto il repertorio, quale sceglieresti e perché?

Se dovessi scegliere un solo brano per presentarmi, sceglierei il Poème di Chausson. Per me è come una confessione silenziosa – tenera, introspettiva e colma di desiderio. Ha una profondità emotiva difficile da esprimere a parole, e quando lo suono, sento di raccontare una storia che non potrei spiegare in nessun altro modo.