ULISSE MAZZON
Ulisse Mazzon (San Donà di Piave, 1999) è un violinista e vincitore di concorsi internazionali, tra cui il “Postacchini” 2025. Si è esibito come solista con numerose orchestre e nel 2020 ha registrato il Concerto K. 207 di Mozart con la Nuova Orchestra Busoni. Allievo di Brandstätter a Graz e di Accardo a Cremona e Siena, è entrato a far parte della Orchesterakademie dei Wiener Philharmoniker a 19 anni e attualmente suona con l’orchestra. Elogiato da Kavakos, Repin, Honeck, Midori e Accardo, prosegue i suoi studi con Albena Danailova (MDW Vienna) e Pavel Berman (Perosi, Biella). Attivo anche come camerista, ha suonato con Giuranna, Accardo, Meneses, Maria Mafalda e Raimondo Mazzon.
C’è stato un momento o un’esperienza specifica che ti ha fatto capire di voler diventare un musicista?
Da bambino ascoltavo sempre musica classica grazie ai miei genitori. Quando vedevo un concerto per violino in TV, imitavo il violinista con i giocattoli che trovavo in casa. Il violino è sempre stato il mio strumento preferito, quindi tutto è avvenuto in modo naturale.
Quando ti esibisci, cosa speri di comunicare o far provare al pubblico?
Quando suono, cerco di condividere con il pubblico le emozioni che la musica fa nascere in me. È questa la cosa più bella della musica: un linguaggio che unisce le persone attraverso un potente scambio emotivo.
Se dovessi presentarti suonando un solo brano dell’intero repertorio, quale sceglieresti e perché?
Anche se non è un brano per violino solo, sceglierei il Requiem di Mozart come mio brano preferito. È un capolavoro che, a mio avviso, esprime il pentimento di Mozart davanti a Dio, la sua paura della morte e la speranza nella vita eterna. Sentendo la morte vicina, ha riversato tutto questo nella musica. È un’opera che ci fa riflettere sulla vita e ci fa percepire che esiste qualcosa di più grande di noi.