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SOHYUN KO

SOHYUN KO

SoHyun Ko studia attualmente alla Manhattan School of Music con Pinchas Zukerman e Patinka Kopec. È stata invitata dalla Stiftung Mozarteum a esibirsi con il violino originale di Mozart. Ha debuttato insieme a Pinchas Zukerman e ha suonato il Concerto per violino di Mendelssohn con la Royal Philharmonic Orchestra a Londra. Vincitrice di numerosi primi premi in concorsi coreani, ha ottenuto il primo premio al 16° Concorso Annuale per Giovani Artisti dell’Adelphi Orchestra. È stata invitata a esibirsi in “The Call to Unite”, un concerto di beneficenza per il soccorso durante la pandemia di COVID-19, che ha visto la partecipazione di figure come il Presidente George W. Bush, Quincy Jones e Yo-Yo Ma. Si è esibita in importanti sale da concerto, tra cui la Lotte Concert Hall, il Seoul Arts Center, la Merkin Hall a New York, e la Cadogan Hall a Londra, collaborando con artisti e ensemble come Pinchas Zukerman, Christopher Poppen, il Borromeo Quartet e la NYPS.

C’è stato un momento o un’esperienza specifica che ti ha fatto capire di voler diventare una musicista?
Avevo otto anni quando fui invitata a Salisburgo ed ebbi l’occasione di suonare il violino che Mozart usava da bambino. Provavo per ore nella stessa stanza in cui lui aveva vissuto, usando lo stesso strumento che un tempo aveva sentito il suo tocco. È stata un’esperienza surreale, perché anche dopo centinaia di anni sembrava che il suo respiro e l’energia della sua musica fossero ancora vivi, come se stessero cercando di raggiungermi. È stato in quel momento che ho capito per la prima volta che volevo percorrere la strada della musica per tutta la vita.

Quando ti esibisci, cosa speri di comunicare o far provare al pubblico?
C’è un momento che porto ancora nel cuore. Avevo dodici anni, mi stavo esibendo in un festival estivo, e un’anziana signora seduta in prima fila ha iniziato a piangere mentre ascoltava, con un sorriso caldo sul volto. Non dimenticherò mai lo sguardo nei suoi occhi, né il calore che abbiamo condiviso. Da quel giorno ho capito qual è il mio scopo sul palco: se la mia musica può portare gioia e conforto al cuore di qualcuno, allora è per questo che continuo a fare musica.

Se dovessi presentarti suonando un solo brano dell’intero repertorio, quale sceglieresti e perché?
La Sonata per violino di Corigliano è quella che sento più vicina a chi sono. È luminosa, ottimista e piena di un’energia forte che mi spinge ad affrontare le sfide. A volte è spiritosa, altre volte profondamente seria, e riflette il modo in cui inseguo i miei obiettivi con dedizione. Amo in particolare il fluire armonioso che unisce ogni movimento, proprio come nella mia vita trovo naturalmente la forza negli altri e costruisco legami duraturi. Forse è per questo che questo brano riesce a esprimermi meglio di qualsiasi altro.