RINO YOSHIMOTO
La violinista giapponese Rino Yoshimoto, 22 anni, ha conquistato il pubblico di tutto il mondo. Si è esibita nelle sale più prestigiose del panorama internazionale, tra cui la Carnegie Hall e la Sala d’Oro del Musikverein di Vienna. Il suo straordinario dominio del repertorio violinistico l’ha portata in tournée di concerti e recital in tutta Europa. È stata invitata come solista in un tour in Spagna con la Vienna Chamber Orchestra, ricevendo grande consenso da parte della critica. Ha tenuto numerosi recital solistici e ha partecipato a molti progetti orchestrali in Giappone, Austria, Bulgaria, Grecia, Stati Uniti, Russia, Francia, Belgio e Italia. Conosciuta per la sua musicalità eccezionale, Rino Yoshimoto ha vinto numerosi premi in concorsi internazionali, tra cui il 16° Concorso Internazionale di Musica di Padova "Premio Città di Padova", il 2° posto al 10° Concorso Internazionale di Violino Fritz Kreisler nel 2022 e il Concorso Internazionale di Violino Isaac Stern di Shanghai nel 2020.
Attualmente suona lo Stradivari “Muntz” del 1736, gentilmente concesso dalla Japanese Music Foundation. Studia presso la Queen Elisabeth Music Chapel e il Conservatorio Reale di Bruxelles nelle classi del Prof. Augustin Dumay e del Prof. Yossif Ivanov. In precedenza ha studiato con Masako Kida, Gérard Poulet, Mauro Iurato, Yoshio Unno e Michael Frischenschlager.
C’è stato un momento o un’esperienza specifica che ti ha fatto capire di voler diventare una musicista?
Ho deciso di diventare musicista quando la mia prima insegnante mi parlò dei solisti che si esibiscono davanti alle orchestre.
Cosa speri di comunicare o far provare al pubblico quando ti esibisci?
Volevo essere una di loro. Quando suono, spero sempre di condividere con il pubblico la bellezza e la gioia della musica.
Se dovessi presentarti suonando un solo brano dell’intero repertorio, quale sceglieresti e perché?
Sceglierei l’arrangiamento di Kreisler del brano tradizionale irlandese Londonderry Air. Questo pezzo mi ha accompagnata nei momenti di solitudine, tristezza e gioia, soprattutto dopo aver lasciato il Giappone a 14 anni per studiare all’estero con solo mia madre. La sua melodia struggente e le armonie eleganti di Kreisler mi hanno sempre dato forza.