MIU HIRAI
Nata in Giappone nel 2000, ha iniziato a suonare il violino a 5 anni e il pianoforte a 7 anni.
Ha vinto il 1º Premio al Japan Junior Classical Music Competition (2013), il 3º Premio al Japan Classical Music Competition (2014 e 2015), è stata finalista nella sezione pianoforte dello stesso concorso (2015), ha ricevuto il Premio per la Migliore Esecuzione al Miyazaki International Music Festival (2022), il 1º Premio e Premio Concerto al Kanagawa Music Competition (2022), il 2º Premio al Tokyo Music Competition (2024), e altri riconoscimenti.
Si è esibita in numerosi recital e ha collaborato con orchestre come la Tokyo Philharmonic Orchestra, la New Japan Philharmonic Orchestra, la Kanagawa Philharmonic Orchestra, la Tokyo Geidai Philharmonia Orchestra, tra le altre.
Attualmente sta conseguendo il master presso la Tokyo University of the Arts, dove ha ricevuto un premio accademico alla laurea triennale.
Ha studiato con la Prof.ssa Reiko Watanabe, il Prof. Taro Uemura e il Prof. Masafumi Hori.
1. C’è stato un momento o un’esperienza specifica che ti ha fatto capire di voler diventare musicista?
Ogni esperienza ha avuto un grande significato per me, ed è difficile esprimerle tutte a parole.
Ma ci sono stati momenti in cui ascoltare la musica mi ha fatto sentire come se fossi stata salvata.
Sognare di poter raggiungere dolcemente il cuore di qualcuno attraverso la musica, anche solo un po’, è stato ciò che mi ha fatto desiderare di diventare musicista.
2. Quando ti esibisci, cosa speri di comunicare o far provare al pubblico?
Quando mi esibisco, sono felice se riesco a condividere con chi ascolta la bellezza unica di ogni brano e l’atmosfera speciale che esso crea.
3. Se dovessi presentarti suonando un solo brano di tutto il repertorio, quale sceglieresti e perché?
Che domanda difficile!
Sceglierei il Concerto per violino di Korngold.
Anche se forse non sono ancora pienamente la persona che questa musica riflette, vorrei essere qualcuno che, come il brano, non dimentica mai lo stupore, il desiderio, la speranza e la gentilezza — anche nei momenti felici o quando riaffiorano ricordi agrodolci.