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JAIME NAYA

JAIME NAYA

JAIME NAYA

Jaime Naya, nato nel 2000, ha iniziato a studiare il violino all’età di cinque anni con Savva e Sergei Fatkulin. Ha conseguito la laurea triennale al Centro Katarina Gurska di Madrid, sostenuto da una borsa di studio della Fondazione Katarina Gurska dopo aver vinto il Primo Premio nel suo Concorso Talenti. Attualmente sta frequentando un Master alla Barenboim-Said Akademie di Berlino con il Prof. Michael Martin. Ha inoltre partecipato a masterclass con artisti di fama internazionale come Vadim Repin, Mihaela Martin, Kirill Troussov, Pavel Vernikov, Giorgi Dimchevski ed Esther Yoo. Ha ricevuto numerosi premi, tra cui la menzione di “laureato” al Concorso Internazionale Ion Voicu 2025, il Primo Premio al Concorso Internazionale Leonid Kogan a Bruxelles e cinque riconoscimenti consecutivi dalla Fondazione Katarina Gurska. Si è esibito come solista in sale prestigiose come l’Auditorio Nacional di Madrid, il Palau de la Música di Barcellona e, a livello internazionale, in Italia, Germania, Austria, Francia e altri paesi, sotto la direzione di maestri come Dimitris Botinis e Gabriel Bebeselea.

C’è stato un momento o un’esperienza specifica che ti ha fatto capire di voler diventare un musicista?

Fortunatamente sono stato introdotto alla musica classica fin dalla nascita e, all’età di 6 anni, ho deciso che volevo suonare il violino. Da allora, per me è stato abbastanza chiaro che avrei voluto diventare un violinista professionista.

Cosa speri di comunicare o far provare al pubblico durante una tua esibizione?

Direi che l’obiettivo di ogni concerto che faccio è far sentire al pubblico ciò che io credo che la musica voglia esprimere, e penso che, per riuscirci, cerco di essere il più onesto possibile mentre suono.

Se dovessi presentarti suonando un solo brano dell’intero repertorio, quale sceglieresti e perché?

Probabilmente la Seconda Sonata di Prokofiev o la Seconda Sonata di Schumann. La Sonata n. 2 di Prokofiev è stata per anni la mia preferita, ma recentemente suonare la Seconda Sonata di Schumann è stato molto speciale. Penso sia difficile non sentirsi legati a brani come questo, che mostrano con un tale livello di dettaglio e chiarezza i sentimenti umani, ovviamente, ciascuno a modo suo.