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La figura storica di Giuseppe Guarneri "del Gesù"

di Carlo Chiesa (liutaio)

Quando guardo un violino, da liutaio, lo prendo in mano e ne considero vari aspetti. Guardo la fattura, la qualità tecnica dell'esecuzione, penso a come suonerà. Penso anche alle capacità come artigiano e come artista di colui che lo ha fatto, di colui che ci ha lavorato. In fondo, proprio perché sono un liutaio, mi interessa molto questo aspetto, mi interessa la persona che ha costruito quello strumento, e mi capita di riandare con la mente, o con la fantasia a volte, alla persona che sta dietro all’oggetto che mi trovo in mano. E questo è vero per gli strumenti moderni, fatti da liutai che ci sono vicini nel tempo e nella cultura, ma ancora di più per quelli antichi. E in qualche modo trovo un'affinità che mi lega alle persone che hanno costruito in passato altri strumenti. Forse per questo sono un appassionato della storia della liuteria: perché mi piace pensare a queste persone, a questi uomini normali, che hanno vissuto una vita come la mia, la nostra, fatta di quotidianità, di eventi grandi e piccoli, una vita a volte molto più semplice di quanto la storia, che spesso ha reso mitiche queste figure, ci vorrebbe far credere, allontanandoli da noi.

La figura di Giuseppe Guarneri "del Gesù" è un esempio paradigmatico in questo campo, un esempio di stravolgimento della realtà. La sua reale figura storica è stata completamente stravolta da una storiografia romantica fortemente ideologizzata, al punto che ancora oggi persistono su di lui credenze che non hanno alcun fondamento reale, almeno per quanto siamo riusciti a ricostruire attraverso ricerche storiche a lui dedicate, condotte con metodi scientifici e che sono costate mesi di lavoro in archivio. Permettetemi quindi di parlare brevemente della figura storica di Giuseppe Guarneri "del Gesù", della reale vita del personaggio che ha costruito questo strumento.

Giuseppe Guarneri è nato alla fine del Seicento in una famiglia di liutai. Suo nonno era liutaio, suo padre era liutaio, suo zio era liutaio, suo fratello sarebbe stato liutaio. E che liutai! Se prendiamo i 20 migliori liutai della storia questi quattro signori rientrano nell’elenco. Pare ragionevole supporre che la sua strada fosse tracciata fin dalla nascita. Certamente Giuseppe fu educato come liutaio ed ebbe una formazione in bottega, nella bottega di famiglia.
Ma a un tratto, superata l'adolescenza e raggiunta la giovinezza, apparentemente egli smise di fare il liutaio. I motivi di questa scelta, come un'esatta datazione di questo evento ci sfuggono, per quante ricerche abbiamo fatto. Si possono formulare innumerevoli ipotesi. Quello che pare certo è solo questo: giunto all'inizio dell'età adulta, Giuseppe interruppe la sua attività di liutaio per qualche anno.

Verso i trent'anni di età però, egli ritornò a fare strumenti. Il fratello liutaio, Pietro, si era trasferito a Venezia, lo zio, liutaio a Mantova, era morto. A Cremona, nella città natale di tutti i liutai della famiglia, era rimasto solo il padre, che tirava avanti conducendo una bottega apparentemente non tanto fortunata. I documenti di archivio parlano di difficoltà economiche e di una situazione non molto rosea. In questo quadro, Giuseppe Guarneri torna alla liuteria e molti indizi suggeriscono che una delle motivazioni di questa scelta, o comunque una delle conseguenze, fu che egli incominciò ad aiutare suo padre, non molto anziano ma con problemi di salute. Una figura di uomo molto diversa da quella leggendaria, che indica "del Gesù" come il liutaio maledetto, il liutaio che finisce in carcere per aver accoltellato qualcun altro. In realtà nei dieci anni che seguono questo periodo, dal 1730 al 1740, Guarneri lavora regolarmente e abita in centro a Cremona, a poca distanza dalla casa paterna, dove ormai da molti decenni era aperta la bottega di famiglia. Dal punto di vista del lavoro, egli costruisce strumenti nel più puro stile cremonese, violini che guardano a Stradivari, perfetti da un punto di vista tecnico, molto belli, molto tradizionali nel disegno e nelle proporzioni, sempre però introducendo qualche cosa di suo nella costruzione.

Verso i 35-38 anni, Guarneri "del Gesù" giunge a una svolta, pare quasi liberarsi dalle catene della tradizione che fino a quel punto lo avevano trattenuto. Incomincia a fare strumenti sempre più innovativi, guardando molto meno alla precisione tecnica della costruzione, ma chiaramente conducendo una continua ricerca sul suono degli strumenti. Ed è in questo breve periodo che copre gli ultimi anni della sua vita, che si conclude molto presto nel 1744 all'età di 46 anni, Guarneri "del Gesù" costruisce i suoi strumenti più caratteristici: violini molto originali, da molti punti di vista apertamente in contrasto con i canoni della tradizione cremonese, costruiti con una libertà di esecuzione che li fa apparire "selvaggi".

Formalmente, egli non si allontana dal metodo costruttivo che gli era stato insegnato e mantiene saldi alcuni punti fermi dell'impianto, ma non dedica più tanta attenzione alla pulizia formale, concentrandosi piuttosto chiaramente sulla ricerca di un suono migliore, o di un suono particolare, in ogni strumento. Ecco allora che in ogni strumento, in ogni violino inserisce delle innovazioni, allungando un po' le effe, spostando un po' le punte, modificando le bombature, probabilmente lavorando anche sugli spessori delle tavole e dei fondi.

In questo periodo i documenti di archivio ci raccontano che egli è testimone a un atto notarile di un sacerdote, vive con continuità con sua moglie regolarmente comunicandosi ogni anno nella sua parrocchia. Nel 1744 si spegne dopo aver ricevuto i sacramenti. Una figura normale, molto tranquilla, molto diversa da quella leggendaria che il romanticismo ha creato e tramandato: la figura di un uomo che ha percorso la sua strada, dedicando una grande passione, io credo, al suo lavoro di liutaio.

L'unica nota un po' strana, forse, è quella che riguarda la moglie di Guarneri "del Gesù", una donna austriaca arrivata a Cremona da Vienna chissà come, magari al seguito dell'esercito, che nella città padana sposa questo giovane liutaio e forse lo aiuta nella sua attività. La coppia non avrà mai figli, la moglie sopravvivrà a suo marito, si risposerà con un soldato dell'esercito austriaco e lascerà Cremona.

Con Guarneri "del Gesù" si conclude la storia di una dinastia di liutai, durata tre generazioni, che ha attraversato da protagonista la fase conclusiva della grande stagione della liuteria classica cremonese. E questa conclusione è ancor più significativamente sottolineata, anche in modo simbolico, da questa moglie vedova un po' misteriosa che parte e torna in patria fuori dall’Italia.