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Miriam Fried

Il Premio Paganini del 1968 fu il primo concorso internazionale di violino al quale presi parte. Fu anche la prima volta che venni in Italia. Ricordo ancora molto bene questi due eventi. Come è ovvio, vincere il Premio fu molto emozionante, ma credo che, ancor più memorabile della vittoria, fu il grande privilegio di poter suonare il violino di Paganini. Ricordo come fosse adesso quando il violino venne estratto dalla teca che lo custodiva e mi fu offerto. Ricordo perfettamente il suono di quello strumento, il più prezioso che io avessi suonato, a quel tempo. Ricordo che passai diverse ore ad esercitarmi su quel violino, scoprendo la serie infinita di sfumature che consentiva di ottenere, e ricordo che mi esibii poi suonando per pochi minuti nel corso della cerimonia di chiusura. Lo splendore del palcoscenico e la sensazione di entrare a far parte, in qualche modo, della storia del violino grazie al violino di Paganini rappresentano senza dubbio i ricordi più forti che serbo dentro di me. Dopo il concorso, sono tornata molte volte ad esibirmi in Italia, dove ho avuto modo di conoscere anche molti amici meravigliosi. E dubito che tutto ciò sarebbe accaduto se non avessi partecipato al concorso cui, per questo, sarò per sempre grata.*